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MARCO DI GIOVANNI
Nasce a Teramo nel 1976. Ha frequentato l’Accademia d’Arte di Bologna. La sua ricerca di incentra su materiali di recupero, dai residui ferrosi ai suoi vecchi indumenti, che vengono riassemblati e portati a nuova vita tramite l’inserimento di lenti che permettono di vedere ciò che accade – o ciò che è conservato - al loro interno. Di frequente protagonista di azioni in occasione della presentazione delle sue opere, Di Giovanni gioca con ironia sui meccanismi della visione e, al contempo, organizza strutture scultoree dal forte impatto visivo, in uno scambio ininterrotto tra la persistenza e la mutabilità dei materiali e delle forme, sempre pensati ed installati in stretto rapporto con lo spazio espositivo. Tubature, cisterne, barili e vecchie valigie sono trasformati in singolari costruzioni in cui è possibile vedere l’interno, spesso la terra, talvolta stanze di lontana memoria e ancora persone vere in performance, che incontrano la visione attraverso lenti grandangolari o spioncini. Il ribaltamento interno/esterno, solleva un’altra inversione, quella tra piccolo e grande, tipica della poetica dell’artista. La dimensione ridotta, preziosa, intima, viva, alimenta e struttura l’identità della forma superiore in cui è racchiusa. Espone alla Russian Academy of Arts di Mosca, al Marta Museum di Herford, al Museion di Bolzano, al Mambo Bologna, ed è stato tra i quindici artisti selezionati per la sesta edizione del Premio Fondazione Vaf nel 2015. Una importante mostra antologica si è tenuta al museo di Imola nel 2015. |