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GIANNETTO BRAVI
(Tripoli 1938 - Milano 2013) Ha vissuto dal 1940 al 1974 a Napoli dove si laurea in Geologia e avvia la sua esperienza artistica nell’ambito delle neoavanguardie. Tra le e prime e importanti esperienze si ricorda la partecipazione all’Operazione Vesuvio voluta da Pierre Restany, agli inizi degli anni Settanta, nella città partenopea. E’ stato osservato come la sua creatività si sia sviluppata da un lato sulla conoscenza profonda di una cultura locale, dall’altro sull’attitudine scientifica al rilevamento, alla verifica, al reperto, che hanno dato luogo a una ricerca artistica svolta su un duplice binario, quello caldo della semantica sociale e quello freddo dell’indagine sul linguaggio dell’arte. Due versanti strettamente legati che rimandano a una fusione di reminescenze pop concettuali. Tra i mezzi del suo lavoro hanno un ruolo importante le cartoline postali, impiegate con modalità differenti sin dal 1972; prima spedendo immagini del Vesuvio come testimonianza dell’operazione in corso, quindi assemblando più esemplari con medesimo soggetto in quadri o in libri d’artista che metamorfizzano l’immagine illustrata. Il ciclo più recente è la “Quadreria d’arte”, un lavoro in progress con le cartoline di capolavori di tutti i tempi raccolte nei più prestigiosi spazi espositivi europei. Proclamandosi custode della “Quadreria" Bravi vigila e controlla il Museo dei Musei. L’artista ha un curriculum con decine e decine di partecipazioni a mostre nei più importanti spazi pubblici e privati tra cui “La Boutique Aberante” al Centre Beaubourg di Parigi nel 1980, “Arte e Critica 1980” a Roma alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, gli inviti alla Biennale di Venezia, “Settore Progetti Speciali 1980”, e alla mostra “Trash. Quando i rifiuti diventano arte”, nel 1997 al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento, oltre a varie personali tra le quali si ricordano quella al Museo Capodimonte di Napoli (2007) |