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FOLON
Nasce a Bruxelles nel 1934. I suoi disegni sono stati pubblicati da numerose riviste e specialmente da Time, Fortune, Graphis e The New Yorker. Nel 1967 realizza per la Olivetti diversi manifesti ed il libro "Le Message", con Giorgio Soavi. Egli ha realizzato numerosi e bellissimi manifesti, in occasione di importanti eventi culturali, per festival del cinema, conferenze e congressi, per scopi umanitari o più semplicemente pubblicitari (basti pensare al metano...). Nel 1968 crea per la Triennale di Milano una superficie di 36 m2 animata da più di cinquecento punti luminosi, dipinta su poliestere. Nel 1969 espone per la prima volta a New York, alla Lefebre Gallery. Nel 1970 va in Giappone, espone a Tokyo, partecipa alla 35a Biennale Internazionale di Venezia ed espone per la prima volta in Italia alla Galleria del Milione a Milano. Ha partecipato a numerose mostre ed è presente in collezioni pubbliche e private. Le opere di Folon, in particolare i suoi brillanti acquerelli, ma anche le sue sculture dal sapore primitivo, devono la loro vivida espressività ad una sottesa trama narrativa, che, grazie ad un'intensa capacità evocativa, le immerge in atmosfere limpidamente surreali. Folon trasporta nella realtà virtuale dell'opera, nelle sue atmosfere magiche e stranianti, spunti colti con meta-fisica sensibilità, trasformandoli completamente in quegli elementi iconografici che sono ormai divenuti una sua cifra personale, gli ingredienti caratteristici del suo mondo fantastico, totalmente appartenenti a quello e nella loro tipicità ad esso immediatamente riconducibili. Nell'universo lirico delle sue opere la realtà, ricreata magicamente sotto i nostri occhi, viene sospesa nel tempo e nello spazio e, cristallizzata in attimi emblematici, acquista forza espressiva proprio in virtù del vuoto metafisico che la avvolge. Un tema in particolare sembra aver catturato l'attenzione di Folon: quello del viaggio, che egli interpreta come strettamente legato al mare, al suo pulsante mistero, alla sua poetica immensità. Piccoli vascelli solcano acque placide, nella luce chiara e luminosa dell'alba o in quella bruna e dorata del tramonto, oppure imbarcazioni di fronte all'immensità marina si fanno piccole piccole, appena percettibili, soltanto vele che si scorgono in lontananza o addirittura barche in totale balia della natura, della sua forza che si scatena nella tempesta. |
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