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ERDINANDO GRECO
Si è formato a Milano, dove ha insegnato al Liceo Artistico Statale. La sua prima esposizione risale al 1964 al Premio San Fedele. In questi anni, avvertendo quanto i media pongano in crisi il linguaggio, inizia a concepire l’opera d’arte come un oggetto in bilico tra valore e cosa. Negli anni Settanta, in un clima di area concettuale, inizia la serie dei “Cataloghi reperti”: tombini, pianete, santi e ritratti intesi come materiali archeologici di una Pompei d’oggi. Dagli anni '80 e '90 i “Paesaggi portati via” e i “Mutanti” pongono al centro il profondo dell’Essere e l’arte diventa una finestra “ultimale”. Greco non si accontenta infatti di navigare sulla superficie delle cose, di estrarre dalla vita l’aspetto più immediato ed epidermico, Greco vuole di più: ambisce a scavare negli strati più fondi e faticosi, a scandagliare le passioni, a scoprire le insicurezze e le inquietudini dell’anima; aspira, insomma, a mettere a nudo la coscienza e, con essa, le paure dell’umanità. Il curriculum espositivo annovera tra le occasioni più importanti le personali a Pavia, Università degli studi –Collegio Cairoli (1978), a Losanna (1981) e a Esslingen (1984), oltre alle svariate mostre collettive tra le quali “Cara Morte” nel 1978, “Trash” al Mart di Trento e Rovereto nel 1997, “Immagini di culto” al Museo di Valencia nel 1998,“Nel profondo” organizzata dal Chiostro di Voltorre e itinerante al Museo Ludwig di Koblens e al Museum des Stadt di Ratingen. Ferdinando Greco è stato protagonista di tutte le edizioni dell'annuale mostra “Lo spirito del lago”, uno dei più importanti eventi estivi del lago maggiore, che ha avuto luogo fino al 2017 all’Isolabella e a Stresa. |
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