ARCANGELO, GRONDONA, STORARI
Opere di Arcangelo, Vicente Grondona, Alberto Storari
febbraio-luglio 2020
Opere di Arcangelo, Vicente Grondona, Alberto Storari
febbraio-luglio 2020
Arcangelo. La sua terra, prima di tutto; una terra che è dentro il suo corpo, le sue mani, i suoi occhi, il suo pensiero; una terra che reclama il ritorno, che agisce attraverso il desiderio e il ricordo, che genera sogni e immagini e simboli e colori; la terra da cui affiorano, in definitiva, le sue potenti opere. Arcangelo attraverso grandi cicli pittorici racconta della sacralità della vita, di anime, di volti, di storie attuali e ancestrali a un tempo; racconta di sé, della sua infanzia, della sua gente, dei suoi luoghi e paesaggi; ma anche di altri luoghi, vicini o lontani, vissuti o immaginati, che entrano nel suo universo poetico ed espressivo e lo stratificano, lo approfondiscono, lo modellano persino. La gente della propria terra, la gente sannita per intenderci, come anche i Masai del Kenya o i Segou del Mali, conosciuti durante lunghi viaggi, diventano costante elemento narrativo, indice di passione, di sentimento, di memorie, di tensioni che si rincorrono attraverso una pittura composita, polisemica, aperta, generata da una sorta di energia vitale e sensoriale dove memoria e desiderio si fondono.
Emma Zanella da “Arcangelo, Le mie mani toccano la terra” Skira editore, Catalogo mostra Museo MAGA Gallarate
Vicente Grondona esprime, in scultura e pittura la visione esistenzialista dell’uomo contemporaneo in contatto con la realtà della civilizzazione urbana. Partendo da una traccia impressionista la ricerca pittorica di Grondona trova la sua autenticità nei paesaggi della pampa argentina e dei territori intorno al fiume Paranà, disvelando un invisibile paesaggio intimo, che si nutre di colori psichedelici.
Carla Guardiola, da Portfolio galleria Revolver, Lima
È la densità delle opere di Alberto Storari che affascina, questo andare dalla superficie delle cose alla profondità e ritorno, come schiuma di un mare in movimento, un inesauribile lavoro sull’emergere del significato, tra le impalcature damascate della memoria. Un nostos, la possibilità di ritorno in luoghi ormai immaginari e lontani ma dove abbiamo lasciato l’anima, qualcosa di noi che era legato alla felicità, alla leggerezza, alla eccitante curiosità. E che nel lento procedere della vita ha sedimentato emozioni sublimi. La letteratura e la iconografia romantica ci hanno lasciato immagini impregnate di simboli archetipici della lotta dell’umanità nel suo transitare burrasche e tempeste della vita, da cui il tema del vascello fantasma che emerge da un altrove di cui la nebbia apre l’accesso e può ingurgitare nel suo ventre orrifico e infinito la fragile barca della nostra esistenza.
Emanuele Beluffi da “Approdi di sogno”, Collana Percorsi Arte
Arcangelo. His earth, first of all; an earth that is inside his body, in his hands, his eyes, his thoughts; the earth of a land that urges return, that acts through desire and memory, that generates dreams and images and symbols and colours; the earth from which emerge, when all is said and done, his powerful works. Through his grand cycles of paintings Arcangelo speaks of the sacredness of life, of souls, of faces, of stories that are of the present day and ancestral at one and the same time. He speaks of himself, of his childhood, of his people, of his places and landscapes; but of other places too, near or far, lived or imagined, that enter his poetic and expressive universe and layer it, deepen it, even mould it. The people of his land, i.e. the Samnite people, as well as the Masai of Kenya or the Ségou of Mali, encountered on long journeys, have become a constant element of his narrative, an indicator of passion, of feeling, of memories, of tensions that run through a composite, polysemous, open painting, generated by a sort of vital and sensory energy in which memory and desire are fused.
Emma Zanella from “Arcangelo, Le mie mani toccano la terra” Skira editore, Exhibition catalogue, Museo MAGA Gallarate
Vicente Grondona expresses, in sculpture and painting, the existentialist vision of contemporary man in contact with the reality of urban civilization. Starting from an impressionist trace, Grondona's pictorial research finds its authenticity in the landscapes of the Argentine pampas and the territories around the Paranà river, revealing an invisible intimate landscape, which feeds on psychedelic colours.
Carla Guardiola, from Portfolio galleria Revolver, Lima
Of Storari’s works it is the density that fascinate, goes from the surface to the depth of things and return, like sea foam in movement, an inexhaustibly work on the meaning discover, among scaffold damask memory. A nostos, this chance to return to places by now imaginary and so far away, where we left our soul, some piece of us so close to happiness, to delicacy, to the sparkly curiosity and that in slow walk of life has settled down sublime emotions. The romantic literature and iconography have left us images full of archetypal symbols of the constant battle of humanity through the rough water and the storm of life, from which the theme of The Flying Dutchman crop out from a foggy land that can swallow in his terrifying bowels the fragile boat that lulls our life.
Emanuele Beluffi from “Approdi di sogno”, Collana Percorsi Arte
Emma Zanella da “Arcangelo, Le mie mani toccano la terra” Skira editore, Catalogo mostra Museo MAGA Gallarate
Vicente Grondona esprime, in scultura e pittura la visione esistenzialista dell’uomo contemporaneo in contatto con la realtà della civilizzazione urbana. Partendo da una traccia impressionista la ricerca pittorica di Grondona trova la sua autenticità nei paesaggi della pampa argentina e dei territori intorno al fiume Paranà, disvelando un invisibile paesaggio intimo, che si nutre di colori psichedelici.
Carla Guardiola, da Portfolio galleria Revolver, Lima
È la densità delle opere di Alberto Storari che affascina, questo andare dalla superficie delle cose alla profondità e ritorno, come schiuma di un mare in movimento, un inesauribile lavoro sull’emergere del significato, tra le impalcature damascate della memoria. Un nostos, la possibilità di ritorno in luoghi ormai immaginari e lontani ma dove abbiamo lasciato l’anima, qualcosa di noi che era legato alla felicità, alla leggerezza, alla eccitante curiosità. E che nel lento procedere della vita ha sedimentato emozioni sublimi. La letteratura e la iconografia romantica ci hanno lasciato immagini impregnate di simboli archetipici della lotta dell’umanità nel suo transitare burrasche e tempeste della vita, da cui il tema del vascello fantasma che emerge da un altrove di cui la nebbia apre l’accesso e può ingurgitare nel suo ventre orrifico e infinito la fragile barca della nostra esistenza.
Emanuele Beluffi da “Approdi di sogno”, Collana Percorsi Arte
Arcangelo. His earth, first of all; an earth that is inside his body, in his hands, his eyes, his thoughts; the earth of a land that urges return, that acts through desire and memory, that generates dreams and images and symbols and colours; the earth from which emerge, when all is said and done, his powerful works. Through his grand cycles of paintings Arcangelo speaks of the sacredness of life, of souls, of faces, of stories that are of the present day and ancestral at one and the same time. He speaks of himself, of his childhood, of his people, of his places and landscapes; but of other places too, near or far, lived or imagined, that enter his poetic and expressive universe and layer it, deepen it, even mould it. The people of his land, i.e. the Samnite people, as well as the Masai of Kenya or the Ségou of Mali, encountered on long journeys, have become a constant element of his narrative, an indicator of passion, of feeling, of memories, of tensions that run through a composite, polysemous, open painting, generated by a sort of vital and sensory energy in which memory and desire are fused.
Emma Zanella from “Arcangelo, Le mie mani toccano la terra” Skira editore, Exhibition catalogue, Museo MAGA Gallarate
Vicente Grondona expresses, in sculpture and painting, the existentialist vision of contemporary man in contact with the reality of urban civilization. Starting from an impressionist trace, Grondona's pictorial research finds its authenticity in the landscapes of the Argentine pampas and the territories around the Paranà river, revealing an invisible intimate landscape, which feeds on psychedelic colours.
Carla Guardiola, from Portfolio galleria Revolver, Lima
Of Storari’s works it is the density that fascinate, goes from the surface to the depth of things and return, like sea foam in movement, an inexhaustibly work on the meaning discover, among scaffold damask memory. A nostos, this chance to return to places by now imaginary and so far away, where we left our soul, some piece of us so close to happiness, to delicacy, to the sparkly curiosity and that in slow walk of life has settled down sublime emotions. The romantic literature and iconography have left us images full of archetypal symbols of the constant battle of humanity through the rough water and the storm of life, from which the theme of The Flying Dutchman crop out from a foggy land that can swallow in his terrifying bowels the fragile boat that lulls our life.
Emanuele Beluffi from “Approdi di sogno”, Collana Percorsi Arte